Un maestro insegna a un discepolo. Tradizionalmente avveniva in questo modo quando un saggio trasmetteva l'essenza del suo retaggio ad una o più persone; sebbene solitamente una persona riceva l'insegnamento dato che potrebbero essere poche quelle in grado di padroneggiarlo e con standard morali elevati.
Oggi si hanno scuole con un insegnante per 30 o più persone di varie età e gradi di comprensione. Tuttavia è difficile quando sia la persona che trasmette un messaggio sia coloro che lo ricevono mancano di buona volontà. Forse se una delle due parti è ancora sulla giusta strada potrebbe far riflettere l'altra e quindi entrambe fare meglio.
In essenza è la volontà. Sebbene si possa argomentare che il sistema attuale d'istruzione sia dispersivo e poco ottimale.
Infatti nel caso in cui dovessi apprendere con un insegnante, in un argomento in cui devo studiare ed essere più chiaro, sicuramente ne beneficio (posso testimoniare), ma senza il mio impegno e la sua dedizione i frutti sarebbero stati scarsi e inesistenti.
Poi c'è la questione dell'uniformità dell'informazione. Come faccio ad apprendere se vengo limitato? Ovvero il curriculum scolastico è quello, e se voglio andare oltre, spaziare o non seguire certi dogmi? In questo senso, sebbene già si stia muovendo l'accademia, le aziende e gli individui, ci vorrebbe ancora il buon senso; evitare il dimenticare della propria coscienza.
Si arriva al livello spirituale, quindi. Perché nel contesto di uno studio si ha a che fare con molti ambiti e aspetti non solo del sapere in quanto tale ma della vita. Sia tangibile sia meno. Un pò come il WiFi. Ci credi o meno è lì e funziona. Quindi come approcciare? Bene, ad esempio molte figure note come Newton o Eistein non solo volevano superare i confini di limiti già predisposti da altri (intenzionalmente o meno) nel campo del sapere - fra gli altri - ma avevano un profondo rispetto di quello che facevano e del Creato.
Altri, come Bach, oltre ad avere fede riuscivano a raggiungere anche nuove vette nel proprio campo.